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A Udine l’infermieristica volàno della Simulazione

Vittorio Bresadola
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La simulazione per il CdL di Infermieristica raccontate attraverso le parole di tutor e docenti infermieri del CSAF di Udine in un’intervista a cura di Vittorio Bresadola.

Il Centro di Simulazione e alta Formazione di Udine nasce nel 2016 da un progetto condiviso tra il Dipartimento Universitario di Medicina e l’Azienda Sanitaria Universitaria di Udine finalizzato a promuovere la formazione in ambito sanitario attraverso l’utilizzo della tecnica di simulazione. Da subito il Corso di Laurea in Infermieristica ha fatto suo questo approccio formativo, attuando e sperimentando modalità differenti di simulazione. 

Al fine di portare una testimonianza di come la simulazione possa essere uno strumento fondamentale nello specifico della formazione infermieristica, ho incontrato i colleghi tutor e docenti infermieri per farci raccontare la loro esperienza.

Come è inserita la simulazione tra le attività proposte agli studenti del CdL in Infermieristica?
Dott.ssa Illarj Achil

La simulazione rientra tra le strategie offerte agli studenti nei tre anni di corso in differenti occasioni, in particolare laboratori ed esercitazioni. Vista l’importanza di favorire non solo lo sviluppo ma anche il mantenimento delle competenze​ per studenti e neolaureati, diamo a questi ultimi (a distanza di almeno 3 mesi dalla laurea) la possibilità di sperimentarsi in simulazioni ad alta fedeltà garantendo briefing e debriefing. Le adesioni avvengono on-line e ogni partecipante può valutare i casi offerti e optare in base alle proprie esigenze. Trova spazio in queste iniziative la rivisitazione di competenze non solo tecniche, ma anche decisionali e relazionali, offrendo ai partecipanti terreno di confronto per la pratica clinica.

Stiamo uscendo da due anni di pandemia, in questo periodo l’attività di simulazione si è fermata?
Dott.ssa Elisa Mattiussi

La pandemia ha costretto a ripensare molte delle attività previste, dalla didattica a distanza ai laboratori. Durante il periodo di lockdown, abbiamo sviluppato pacchetti di esercitazioni a distanza basati su microsimulazione interattiva, realizzando un ambiente simulato (ospedale virtuale, da 2 a 8 stanze) in cui gli studenti “entravano” e si prendevano in carico i pazienti. Le caratteristiche di sviluppo dinamico degli eventi, le variazioni di condizioni cliniche e risorse a disposizione possono consolidare competenze di decision-making, senza trascurare dettagli clinici. Appena le condizioni pandemiche lo hanno consentito, abbiamo ripreso le attività di laboratorio in presenza sfruttando la simulazione sia per sviluppare technical-skill che per favorire competenze più articolate, problem-solving e lavoro in team; proponendo casi di complessità crescente in base all’anno di corso. 

In questi anni il vostro gruppo ha sperimentato tecniche e modalità di simulazione diverse, ci può fare qualche esempio?
Dott. Stefano Fabris 

Oltre alle simulazioni più tradizionali curiamo con attenzione i casi simulati implementati per lo sviluppo di competenze relazionali. Questi prevedono anche il coinvolgimento di pazienti standardizzati, ovvero attori appositamente preparati per immedesimarsi nella scena e vivere il caso assieme ai simulanti. Tali simulazioni richiedono una predisposizione attenta e dettagliata di setting, documentazione, device e trucco. Tuttavia, questo rappresenta solo il supporto per far sperimentare ai partecipanti aspetti relazionali che per frequenza, impatto o difficoltà nella gestione meritano di essere simulati prima che realmente possano verificarsi; aprendo la strada per una simulazione anche ibrida.

Può la simulazione portare ad esperienze di integrazione con l’area professionale clinica?
Dott. Stefano Fabris

La simulazione rappresenta più che mai una preziosa occasione di confronto tra professionisti, offrendo opportunità di dialogo rispetto problemi clinici e possibili soluzioni, tanto nella fase di progettazione, quanto in quella di applicazione e debriefing. Seguire studenti nei tirocini presso le differenti sedi cliniche offre una condizione privilegiata nel raccogliere spunti utili per la realizzazione di progetti di simulazione integrati tra formazione universitaria e area professionale. Allo CSAF collaboriamo in particolare con alcuni Dipartimenti clinici attenti all’inserimento dei neoassunti piuttosto che allo sviluppo di nuove competenze in professionisti esperti. 

La simulazione può essere considerata per attività di orientamento verso studenti delle scuole superiori?
Dott. Davide Caruzzo

Allo CSAF si realizzano eventi e attività di orientamento a favore di studenti delle scuole superiori di secondo grado. Sono state attivate visite guidate, presentazioni tematiche e partecipazioni a esempi di lezione universitaria, con coinvolgimento degli studenti del corso. Vengono favorite modalità interattive e coinvolgenti, consentendo una sorta di immersione dei partecipanti in un breve percorso che può spaziare dai contenuti teorici alla gestione di un caso clinico simulato. Anche durante il periodo pandemico, in cui non è stato possibile far accedere studenti esterni, abbiamo garantito eventi a distanza, favorendo l’interazione mediante microsimulazione o il collegamento in-live con il Centro.

CSAF di Udine nasce come uno spazio formativo ma anche di incontro culturale. Quali sono state le proposte che avete portato avanti?
Dott. Irene Mansutti

Lo CSAF rappresenta non solo un luogo per simulazioni, bensì un ambiente (reale e virtuale) di sviluppo di conoscenze e competenze. L’interesse, infatti, è volto anche allo studio e alla sperimentazione di nuove strategie formative, didattiche, di apprendimento e di valutazione. Durante il periodo più intenso della pandemia siamo riusciti a realizzare importanti eventi formativi, attraverso l’incontro a distanza con esperti nazionali e internazionali che si occupano di didattica, apprendimento e simulazione. È stato possibile condividere nuove strategie adottate per garantire la formazione agli studenti, incoraggiare l’impiego di supporti tecnologici/informatici, ampliare il panorama delle possibili risorse attivabili presso un Centro di simulazione.

Dott.ssa Illary Achill
Responsabile attività formative professionalizzanti.
illary.achill@uniud.it

Dott. Davide Caruzzo
Tutor didattico. 
davide.caruzzo@uniud.it

Dott. Stefano Fabris
Tutor didattico e Referente per l’attività di simulazione.
stefano.fabris@uniud.it

Dott.ssa Irene Mansutti
Tutor didattico. 
irene.mansutti@uniud.it

Dott.ssa Elisa Matiussi
Tutor didattico.
elisa.matiussi@uniud.it

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